giovedì 21 aprile 2011

Per Vittorio

Avrei voluto poterti stringere e dirti grazie, toccata dalla tua anima gentile, divertita dalla tua "r" moscia, ispirata. Come lo rimarrò. Perché tu prendevi per braccio i bambini di Gaza e regalavi sorrisi, mani forti, speranze. Il mio è un pensiero intimo, per te che oltre al sogno hai avuto il coraggio.
Grazie Vittorio.





Il mio pensiero si unisce a queste splendide parole, dedicate a te da Ibrahim Nasrallah

A Vittorio Arrigoni

Hanno ucciso tutti
Hanno ucciso tutti
hanno ucciso tutti i minareti
e le dolci campane
uccise le pianure e la spiaggia snella
ucciso l’amore e i destrieri tutti, hanno ucciso il nitrito.
Per te sia buono il mattino.
Non ti hanno conosciuto
non ti hanno conosciuto fiume straripante di gigli
e bellezza di un tralcio sulla porta del giorno
e delicato stillare di corda
e canto di fiumi, di fiori e di amore bello.
Per te sia buono il mattino.
Non hanno conosciuto un paese che vola su ala di farfalla
e il richiamo di una coppia di uccelli all’alba lontana
e una bambina triste
per un sogno semplice e buono
che un caccia ha scaraventato nella terra dell’impossibile.
Per te sia buono il mattino.
No, loro non hanno amato la terra che tu hai amato
intontiti da alberi e ruscelli sopra gli alberi
non hanno visto i fiori sopravvissuti al bombardamento
che gioiosi traboccano e svettano come palme.
Non hanno conosciuto Gerusalemme … la Galilea
nei loro cuori non c’è appuntamento con un’onda e una poesia
con i soli di dio nell’uva di Hebron,
non sono innamorati degli alberi con cui tu hai parlato
non hanno conosciuto la luna che tu hai abbracciato
non hanno custodito la speranza che tu hai accarezzato
la loro notte non si espone al sole
alla nobile gioia.
Che cosa diremo a questo sole che attraversa i nostri nomi?
Che cosa diremo al nostro mare?
Che cosa diremo a noi stessi? Ai nostri piccoli?
Alla nostra lunga dura notte?
Dormi! Tutta questa morte basta
a farli morire tutti di vergogna e di sconcezza.
Dormi bel bambino.

domenica 10 aprile 2011

Se a teatro piove amianto

La mia città, Alessandria, e una vicenda dolorosa che riguarda la salute, la cultura, i lavoratori, la bassa battaglia politica, la dignità di una popolazione, raccontata dall'amico Mauro Ravarino.

Una nube, tanta polvere e quattromila persone in platea. È amianto. Lo scoprirà l’Asl e farà chiudere a tempo indeterminato il teatro di Alessandria. Le fibre si sono diffuse nella sala grande dopo una “bonifica” dell’impianto di riscaldamento. La decisione dell’intervento, assegnato senza gara d’appalto, fu presa in un cda contestato (forse senza numero legale), ora indagato insieme ai vertici della ditta esecutrice (la Switch 1988). In mezzo, un intreccio da spy story con verbali che scompaiono e riappaiono oscurati e uno scontro durissimo tra maggioranza di centrodestra e opposizione.


La polvere spuntava dappertutto. Sui braccioli delle sedie, dietro le quinte e vicino al sipario. E poi c’era quella strana nebbiolina bianca, poco rassicurante. Più in là era collocato il cantiere, affidato dalla fondazione Teatro Regionale Alessandrino (abbreviata in Tra) alla Switch 1988, per la bonifica dell’impianto di riscaldamento. Quello con l’amianto (mappa di platea e interrato).

«I responsabili ci dicevano di stare tranquilli che erano solo calcinacci. Niente di grave», raccontano i tecnici del teatro di Alessandria. «Niente fibre pericolose». Ma qualcosa nei lavori, probabilmente, era andato storto: «E non ce lo dicevano». Mancava poco alla rassegna Precipitevolissimevolmente, meno di un giorno. Dal 23 al 26 settembre dello scorso anno, sarebbero saliti sul palco Lella Costa, Paolo Rossi, Yo Yo Mundi, Erri De Luca e Gianmaria Testa. E quattromila persone si sarebbero sedute in platea. Nonostante gli allarmi, il teatro (prima la Sala grande con 1200 posti, poi le altre due: Ferrero e Zandrino) verrà chiuso precauzionalmente dall’Asl solo il 2 ottobre. Nel pomeriggio agli orchestrali del concorso Pittaluga, impegnati nelle prove, era capitata una disavventura: la polvere era piovuta dal soffitto sulle giacche e sulle teste dei musicisti, trasferiti di gran lena in duomo. Una «nube d’amianto», scopriranno qualche giorno dopo le analisi della Asl: un livello di 16,3 fibre/litro di amianto nei luoghi maggiormente frequentati del teatro (nel precedente sondaggio quantitativo era risultato un tasso di fibre di polvere del 66,7% sul totale, rispetto al 20% consentito). [Continua]

di Mauro Ravarino da Linkiesta, 8 aprile 2011