La polvere all’interno del Teatro Regionale Alessandrino ormai non è più solo quella di amianto. Dallo scorso ottobre nessun cittadino è più entrato nelle sale della struttura, fino a 9 mesi fa anima culturale della città di Alessandria. Le saracinesche continuano ad essere inesorabilmente abbassate e le porte sigillate. Il silenzio assordante che accompagna la vicenda del Teatro Regionale Alessandrino è stato di nuovo interrotto dalla voce del comitato “Ridateci il Teatro”. Dopo la notizia della chiusura delle indagini da parte della Procura e quindi la formulazione dei capi d’accusa per i quattro membri del consiglio d’amministrazione del Tra e tre dirigenti della Switch 1988, il comitato vuole avere delle risposte chiare.
Tante le domande rivolte soprattutto al primo cittadino di Alessandria, Piercarlo Fabbio, ma non solo. “Vogliamo innanzitutto – ha sottolineato ieri Margherita Bassini del comitato “Ridateci il Teatro”- che i dirigenti della Fondazione inquisiti rassegnino le loro dimissioni. Il sindaco Fabbio, prima della chiusura delle indagini, aveva confermato la sua fiducia alla Presidente Mancuso. Ma ora?”. Per Elvira Mancuso la Procura dovrebbe infatti chiedere il rinvio a giudizio per il reato di abuso d’ufficio, contestato anche al consigliere del Tra e rappresentante in consiglio di amministrazione di Amag, Lorenzo Repetto, Paola Bonzano, assessore alla cultura di Valenza, e Gianni Cazzulo, presidente del collegio dei revisori dei conti. Ma le responsabilità della Presidente, in base a quanto emerso dalle indagini della Procura, sarebbero inoltre aggravate dal non aver vigilato sulla sospensione delle attività durante le operazioni di rimozione dell’amianto in teatro.

Il problema, quindi, è la bonifica e la riapertura del teatro. “A distanza di mesi – ha spiegato ieri Margherita Bassini del Comitato “Ridateci il Teatro” – non sappiamo ancora nulla sui lavori di bonifica. L’idea ventilata dall’assessore al bilancio di Alessandria, Luciano Vandone, di riaffidare i lavori alla Switch 1988 è assurda, anche se fosse a titolo risarcitorio”. Per la Procura di Alessandria, in effetti, tre dirigenti della Switch 1988 sarebbero colpevoli di “mancata adozione di provvedimenti idonei alla non diffusione delle fibre di amianto”. L’accusa da parte della Magistratura non sembra aver fatto cambiare idea al sindaco di Alessandria. “Innanzitutto – ha voluto precisare Piercarlo Fabbio – noi non “riaffidiamo nulla”. La ditta si è dichiarata disponibile a restituire i locali così come li aveva trovati. Una disponibilità che ci farà risparmiare due milioni di euro. Non si tratta di un affidamento dei lavori da parte dell’Amministrazione. Il Comune non sta scegliendo nessun soggetto,chiede solo di riavere il teatro nelle stesse condizioni in cui lo aveva affidato alla Switch”.
Tra le molte domande poste dal comitato “Ridateci il Teatro”, rimane ancora una volta quella del futuro dei nove lavoratori a tempo determinato con contratto, ancora una volta, in scadenza. “I lavoratori sono di nuovo a rischio. – ha ricordato Mauro Buzzi della Cgil – Il contratto scadrà il 31 luglio. Noi chiediamo, così come aveva scritto il sindaco di Alessandria al Prefetto che ci sia il rinnovo per tutta la prossima stagione”. Una promessa che dovrebbe essere mantenuta, se pur con qualche differenza rispetto a quanto dichiarato dallo stesso Piercarlo Fabbio in una conferenza stampa alcuni mesi fa. “A questi lavoratori potrebbe essere trovata una collocazione diversa. – ha spiegato il sindaco - La Giunta ha relazionato mercoledì su questa questione e una soluzione potrebbe essere stata trovata. Non c’è stata ancora nessuna delibera, quindi non ne parlo, ma mi sento di dare speranza a tutti”. Posto di lavoro forse confermato, ma sembrerebbe lontano dalle luci del palcoscenico del Tra. “I contratti – ha concluso il sindaco Fabbio – verranno rinnovati fino a giugno/luglio 2012, così come avevo già dichiarato. I lavoratori potrebbero però essere impiegati anche fuori dal teatro. Questo non è importante. Se uno và a lavorare in via Savona, piuttosto che da un’altra parte, l’importante è che vada a lavorare. La cosa fondamentale è garantire i posti di lavoro”.