lunedì 28 gennaio 2008

La Thyssen è vuota. La piazza no

Sono passati quasi due mesi dalla tragedia alla ThyssenKrupp. La fabbrica di corso Regina Margherita è chiusa, ferma, silenziosa. All’esterno però gli operai si muovono, discutono del proprio futuro, provano a restare uniti. E intanto, nascono diverse iniziative per non dimenticare quella notte e sostenere i centocinquanta lavoratori rimasti fuori dai cancelli.

«Ci incontriamo davanti alla fabbrica ogni tre o quattro giorni – racconta Ciro Argentino, delegato Fiom alla ThyssenKrupp –. Parliamo della nostra situazione lavorativa e del nostro futuro, anche se, dopo aver incontrato i rappresentanti dell’azienda negli ultimi giorni di dicembre, non abbiamo più avuto riunioni ufficiali e molti di noi ancora non sanno nulla di quello che sarà il loro ricollocamento. Inoltre stiamo raccogliendo testimonianze sulla situazione in fabbrica prima dell’incidente, per dimostrare che l’azienda è imputabile non solo per il rogo, ma anche per aver sempre ignorato le misure in tema di sicurezza. Ci siamo affidati a due studi legali vicini al sindacato, mentre le famiglie delle vittime hanno preferito agire da sole, scegliendo dei propri avvocati».

In questo cammino i lavoratori non sono soli. C’è chi alla Thyssen ha pensato di dedicare un concerto, come quello del 19 gennaio scorso al circolo Arci Evadamo di Torino, a cui hanno partecipato più di settecento persone e molti lavoratori. C’è chi, come i giovani dell’associazione Monkeys Evolution, ha deciso di lanciare una raccolta firme per chiedere al Comune di Torino la realizzazione di un murales grande e colorato in ricordo delle vittime. I delegati della fabbrica hanno anche pensato ad una Partita del Cuore con la nazionale cantanti per mantenere alta l’attenzione sull’emergenza delle morti sul lavoro, e per ognuna delle famiglie delle vittime sono già stati raccolti più di 500 mila euro, grazie alle sottoscrizioni organizzate da sindacati, quotidiani, associazioni, enti locali.
Non è mancata la solidarietà di molti operai italiani, che hanno deciso di devolvere il guadagno di alcune giornate di lavoro.

E sull’intera vicenda “vigilano” ora le telecamere di Rai3. Dall’otto dicembre scorso, infatti, su idea di Simona Ercolani, autrice televisiva, e del marito Fabrizio Rondolino, tre giovani registi – Gigi Roccati, Sara Ristori e Paolo Fattori – sono al lavoro per realizzare un documentario sulla tragedia dell’acciaieria di corso Regina, che verrà trasmesso in primavera da Rai3. «Contiamo di finire il lavoro ad aprile per poterlo mandare in onda il primo maggio – racconta Roccati – Per ora abbiamo oltre cento ore di girato, speriamo di farcela».

Ma il documentario non affronterà solo i fatti della notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007: «Abbiamo pensato di costruirlo su tre livelli. Innanzitutto racconteremo la storia della tragedia e le sue conseguenze. Poi daremo spazio alle famiglie delle vittime, al loro dolore e alle loro reazioni, e alle singole storie degli operai in lotta. Infine parleremo dell’inchiesta giudiziaria in corso». Per più di un mese i tre registi hanno vissuto con gli operai Thyssen: «Abbiamo trascorso con loro Natale, Capodanno, il giorno della Befana, le domeniche, intere notti. Non è stato facile, ma abbiamo cercato di essere il più discreti possibile».

Ilaria Leccardi e Gabriella Colarusso

1 commento:

kià ha detto...

che colori allegri tesoro!!!
baci
kià
ps il mio link è kaiara.blogspot.com