Quando il presidente boliviano Evo Morales ha gridato dal balcone del Palacio Quemado "¡Patria o muerte!”, una moltitudine di persone da Piazza Murillo, in pieno centro a La Paz, ha risposto: "¡Venceremos!".
Un'ovazione ha prolungato le ultime parole del presidente. Poi i fuochi artificiali hanno cominciato a risplendere nel cielo di La Paz, dove la gente, nonostante il buio e il freddo, si è riunita per festeggiare il trionfo del referendum che ha approvato la nuova Costituzione Politica dello Stato. Il 60% della popolazione ha detto sì.
Le bandiere boliviane e le whipalas multicolore (le tipiche bandiere che rappresentano le nazioni indigene) sventolavano mentre dal balcone Morales e il suo gabinetto salutavano e partecipavano ai festeggiamenti durati fino a notte inoltrata.
Dopo un processo in cui i movimenti indigeni e contadini sono stati protagonisti, e che l'opposizione boliviana ha ostacolato fino ad arrivare al massacro nel dipartimento del Pando, costato la vita a 20 persone, la scorsa domenica il voto dei cittadini e delle cittadine ha sostenuto i cambiamenti che sta vivendo il paese.
"Dal 2005 al 2009 andiamo di trionfo in trionfo. I neoliberali, venditori di patria, sono stati sconfitti grazie alla coscienza del popolo boliviano", ha detto Morales dalla Casa del Governo.
Con queste parole il capo di Stato ha riassunto una storia iniziata a metà degli anni 2000 con il trionfo del Movimento al Socialismo (Mas), ma partita anni indietro con le ribellioni nelle città di El Alto, la Guerra dell'Acqua e il richiamo storico dei movimenti contadini e indigeni.
Nel suo discorso Morales ha riaffermato la scelta del governo di non rispondere agli attacchi dell'opposizione e ha chiamato prefetti, sindaci, cittadini e dirigenti sindacali affinché vengano applicate nell'immediato le autonomie contemplate dalla Costituzione.
"Voglio che sappiate che qui è finito lo stato coloniale, è morto il colonialismo interno e straniero", ha continuato ancora Morales.
Alcuni minuti prima del discorso del Presidente gli osservatori internazionali hanno segnalato la trasparenza della giornata elettorale, annullando le denunce di fronde lanciate da prefetti e politici oppositori. Salvo alcuni piccoli contrattempi, la votazione si è svolta con normalità e tranquillità.
La Carta Magna approvata ha 411 articoli discussi e approvati attraverso un'Assemblea Costituente con partecipanti eletti da voti popolari. La nuova Costituzione stabilisce uno Stato plurinazionale, orientato all'integrazione indigena, in cui si riconoscono i 36 popoli indigeni esistenti in Bolivia. Un altro punto fondamentale del testo approvato è l'ampliamento dei diritti dei cittadini con un modello di democrazia partacipativa.
"Qui inizia la nuova Bolivia, l'eguaglianza e la riconquista della dignità del popolo boliviano", ha concluso Morales.
Nella notte fredda di La Paz, il calore della realtà è stato più forte. Dopo decenni di resistenza, dolori, speranza, l'umano ha vinto contro la negligenza dei governi passati, durante i quali le decisioni erano prese da minoranze che avevano più ammirazione verso il nord del continente americano che non verso il proprio popolo.
Libera traduzione da Agencia Bolivariana de Noticias
lunedì 26 gennaio 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento