Una questione di giustizia ed eguaglianza di fronte alla legge. Una questione capace di creare allarmismi, ma anche di privare realmente i cittadini di un diritto che era stato loro riconosciuto dopo una lunga lotta. L’approvazione in Senato del cosiddetto decreto legge “Milleproroghe”, avvenuta giovedì scorso con l’ennesimo voto di fiducia dell’era Berlusconi, ha acceso gli animi tra coloro che da anni si battono a favore delle vittime dell’amianto. All’interno del documento è infatti presente un emendamento, a firma del senatore Antonio Battaglia del Pdl, che cancella gli effetti di un’importante sentenza emessa lo scorso anno dal Tar del Lazio. Una sentenza che annullava quella parte del Decreto Ministeriale del marzo 2008 che limitava i benefici contributivi per gli esposti all’amianto ai lavoratori di 15 siti oggetto di atto di indirizzo del Ministro del Lavoro, tra cui la Michelin a Torino, la Lucchini a Piombino e l’Ilva a Taranto, a fronte di oltre 500 siti a rischio in tutta Italia. L’atto di indirizzo è una certificazione del ministero attraverso cui ai lavoratori viene riconosciuto il beneficio amianto senza la necessità di dimostrare l’esposizione qualificata. L’emendamento Battaglia ha fatto gridare molti allo scandalo e su di esso sono intervenuti sia il presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso che la senatrice del Pd Magda Negri, la quale si è rivolta al candidato della destra alla Regione Piemonte, Roberto Cota, chiedendo: "Cosa intende fare l’onorevole Cota per i tanti piemontesi che si trovano in questa situazione a Torino, a Casale e in altre parti del Piemonte e per tutelare i cittadini i cui diritti sono limitati da questa iniziativa del Governo?". L’avvocato romano Ezio Bonanni, da anni segue le vertenze legate all’amianto ed è stato uno dei paladini del ricorso al Tar del Lazio: "Non bisogna creare falsi allarmi. Non sono a rischio né i processi già in corso come l’Eternit ne altri di dimensioni più ridotte, né i risarcimenti già elargiti. Ma la questione rimane grave perché riguarda l’eguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge e il tentativo di far passare come valido un principio già riconosciuto illegittimo dal Tar". Il decreto “Milleproroghe” deve essere approvato ora in via definitiva dalla Camera e si spera che l’emendamento venga cancellato ma le associazioni di esposti all’amianto e l’Osservatorio Nazionale sull’Amianto sono pronti ad azioni forti. "Chiederemo che il Capo dello Stato affinché non firmi quel decreto – continua Bonanni – integreremo il ricorso alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo di Strasburgo e alla Commissione Europea, e non escludiamo la possibilità di citare per danni il governo e il presidente del consiglio Silvio Berlusconi davanti al Tribunale civile di Roma".
Ilaria Leccardi da Terra Comune
giovedì 18 febbraio 2010
"Milleproroghe" all'amianto
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