Sono Lorena Coletti sorella di una delle vittime della strage della Umbria Olii. Il 25 novembre 2006 quattro uomini si alzarono e partirono per andare al lavoro per guadagnarsi da vivere. Era di sabato, il lavoro lo avevano iniziato il martedì, dovevano installare delle passarelle sopra a dei silos. In quei silos c'era gas Esano, gas molto infiammabile, questo poiché nessuno aveva fatto una bonifica di questi silos. Verso le 13 di quel maledetto giorno un'enorme esplosione avvenì. Venni a sapere della notizia solamente la sera molto tardi. La moglie che lo aspettava per il pranzo non vedendolo tornare fece ungiro di telefonate verso i suoi colleghi, ma fu un vano tentativo, perchè non ottenne nessuna risposta. Fino a che non telefonò alla moglie del datore di lavoro che gli diedela notizia.
Giuseppe Coletti mio fratello, Maurizio Manili datore di lavoro, Vladimir Thode e Tullio Mottini erano morti nell'espolsione. Unico sopravvissuto Dimiri Claudio. Il proprietario della Umbria Olii fu indagato e rinviato a giudizio con l'accusa di omicidio plurimo con l' aggravante della colpa cosciente e della previsione dell'evento. Secondo l'accusa Del Papa avrebbe dovuto avvertire i lavoratori della ditta Manili, della pericolosità delle sostanze contenute nei serbatoi dove non era mai stata fatta la bonifica. Un'omissione che sarebbe secondo i giudici e i periti dell'accusa, alla base dell'incidente causato dall'utilizzo di una fiamma ossidrica per terminare i lavori sulla superficie metallica dei silos.
Il 24 novembre prossimo doveva iniziare il processo penale, ma Giorgio Del Papa e la sua difesa impugnano il tutto facendo ricorso in Cassazione. Oggi apprendo la notizia dal mio avvocato che la cassazione decide a ottobre sul rinvio a giudizio penale. Ma per la seconda volta viene alla mia famiglia fatta un'altra richiesta di risarcimento. Sono passati quasi tre anni, e l'anno scorso ci fu la prima richiesta: di oltre 35 milioni di euro. Ora mi chiedo se anche quest'anno la cifra sia sempre quella oppure, sehanno messo a conto anche gli interessi, visto il tempo che è passato. Sottolineo che a mio fratello Giuseppe Coletti è stata stroncata la vita, e a Giorgio Del Papa non è stato neanche dato un giorno di carcere e tanto meno di arresti domiciliari.
Questa è la giustizia Italiana! In tre anni mio fratello è stato ucciso diverse volte, ora dico basta. Degli operai che partono la mattina per fare il loro dovere, per mantenere la famiglia e fare una vita onesta e dignitosa, non meritano di morire. Come non meritano che la loro dignità venga calpestata da assurde richieste di risarcimento, mandate da chi li ha uccisi. Non lo permetto. Mi chiedo come un uomo se si può chiamare uomo, abbia il coraggio di alzarsi la mattina e di specchiarsi con quattro morti che pendono soprala sua testa. E' una cosa che mi fa venire i brividi solo a pensarci, mi chiedo se ha un cuore o al suo posto una pietra. Vorrei che lui sapesse che la vita di quattro persone vale molto più' diqualsiasi cifra che lui chiede. Ma il peggio di tutto è che è ancora libero e che lo stato Italiano gli permette di fare queste cose.
Chiedo inoltre di poter incontrare il Presidente della Repubblica per poter parlare personalmente con lui. Io non mi arrenderò e non permetterò più che la memoria di mio fratello e delle altre vittime venga calpestata, sono esseri umani morti per lavorare, non per divertimento. Finché avrò vita li difenderò; di sicuro non mi limiterò a fare fiaccolate, ma cercherò di fermare chi ancora una volta vuole calpestare i lavoratori di Italia. Basta prendersela con Giuseppe Coletti e le altre vittime della Umbria Olii.
Lorena Coletti
mercoledì 29 luglio 2009
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